Archivio per giugno, 2007
Gay pride Milano
Sinistra Democratica di Milano aderisce alla tavola di valori e sostiene il Gay Pride che si terrà a Milano Sabato 23 giugno, diamo appuntamento a tutti quanti vorranno parteciparvi alle ore 17 in Porta Venezia dietro allo striscione del nostro movimento!
Ci spaventa il cupo clima di insofferenza verso tutte le questioni legate ai diritti civili e alle questioni di laicità. Sinistra Democratica è nata anche per lavorare ad estendere i diritti civili a quelle persone osteggiate da una morale benpensante: siamo a favore del riconoscimento delle coppie di fatto, siano esse omosessuali o eterosessuali, siamo a favore dell’idea che non possa esistere una sola idea di famiglia. Lavoreremo per fare sì che queste idee diventino larga maggioranza nel Paese, perché ci sembra che in realtà esse siano già molto diffuse e che solo alcuni settori della Chiesa e delle elités politiche non se ne siano ancora accorti. Pensiamo anche che in Italia, fra le tante questioni irrisolte, ve ne sia ancora più d’una legata al mondo femminile, alla partecipazione democratica delle donne alla vita civile, politica ed economica del Paese. Sinistra Democratica di Milano è forse l’unico laboratorio politico italiano in cui i gruppi dirigenti sono composti al 50% di donne.Siamo nati con l’idea che le diversità siano motivo di crescita e non di freno, quindi vogliamo essere plurali ed eterogenei in ogni nostra manifestazione politica e sociale.
WiMax e Petizione, Grillo e Governance
Roma – Telecom Italia, H3G, Tiscali, Ericsson, Feder Utility, Rai Way, Poste Italiane, Associazione AIIP, Brennercom, AEMCom, Teleunit e Infracom sono – secondo il blog WiMax Italia – le 12 entità interessate alle licenze WiMax previste dal regolamento AGCOM. Ma in queste ore emerge il dato che gli italiani altrettanto interessati alle frequenze radio previste per il WiMax sono molti di più: 90.000, e crescono al ritmo di circa 500 nuove firme all’ora, da una settimana.
I firmatari della petizione, di cui PI Telefonia ebbe occasione di parlare lo scorso febbraio, chiedono che il nostro paese si allinei alle risultanze scientifiche, ai pareri degli esperti di ISOC Italia, alle indicazioni della Commissione Europea, garantendo un terzo di frequenze per un uso aperto (open spectrum) ovvero il metodo più flessibile tra i modelli di gestione conosciuti.
In rete è partito il tam-tam, i blog che invitano a firmare la petizione si moltiplicano di ora in ora e ogni blog in più a parlarne è un contributo sostanziale alla riuscita di un imponente esempio di impegno civile: i net-citizen sembrano sempre di più voler relegare i politici al ruolo di meri esecutori della volontà popolare – questo è Governance – ruolo limitativo per chi fino ad oggi è stato invece abituato ad agire attivamente sull’opinione pubblica attraverso i media mainstream (Government). In questi giorni abbiamo rivolto alcune domande ai protagonisti della vicenda, iniziando proprio da Andrea Rodriguez.
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vedi anche WiMax e diritto alla conoscenza
Attenzione al tasso di attività
Franco Bianco, 21 giugno 2007
Il cosiddetto “tasso di disoccupazione” è valido solo se posto su un piano corretto di confrontabilità: può diminuire anche se i posti di lavoro non aumentano. Basta, infatti, che una parte delle persone in cerca di impiego smetta di farlo, per qualsivoglia ragione.
Sono di questi giorni i dati dell’Istat relativi ad occupazione e disoccupazione. L’articolo di Claudio Treves della Cgil (“Meno disoccupati, ma c’è molto da capire”) su Aprileonline del 21 Giugno ha chiarito molti ed importanti punti. Vorrei aggiungere qualche ulteriore considerazione, che muove soprattutto dall’esigenza che, quando si discute di un problema, i suoi termini costitutivi siano, almeno dal punto di vista tecnico, posseduti e condivisi da tutti, altrimenti non si sa bene di cosa si parli.
Si definisce “tasso di partecipazione” (o “di attività”) la quantità percentuale di persone fra i 15 ed i 65 anni, rapportata al totale della popolazione, che “partecipano” al mercato del lavoro, o in forma reale (perché effettivamente lavorano. Tra questi rientrano ovviamente i “lavoratori in nero”, poiché essi sono come ectoplasmi privi di corpo sociale) o in forma virtuale (perché vorrebbero lavorare ma non hanno lavoro; ma nell’attesa sono iscritti nelle liste di coloro che cercano lavoro). In Italia questo tasso è di circa il 60%; in Europa di circa il 70%. Ciò vuol dire che, su 100 persone di quella fascia di età, in Italia ne “lavorano” nel senso anzidetto (cioè perché o hanno un lavoro, o lo cercano), sessanta; in Europa oltre settanta.
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Mai più telefonate indesiderate
Stop alle chiamate indesiderate: entro il 10 settembre i call center dovranno interrompere l’uso indebito di numeri telefonici per scopi commerciali, senza il previsto consenso da parte degli interessati. Lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali, dando il via libera a cinque provvedimenti.
Oltre a interrompere le chiamate indesiderate, gestori e call center dovranno:
· regolarizzare le banche dati, ottenendo dagli utenti lo specifico consenso all’utilizzo dei dati per scopi pubblicitari;
· informare gli utenti, con la massima trasparenza, sulla provenienza dei dati e sul loro uso, anche al momento del contatto;
· registrare la volontà degli utenti di non essere più disturbati;
· interrompere l’utilizzo illecito di dati per attivare servizi non richiesti;
· effettuare controlli sui responsabili dei trattamenti svolti presso i diversi call center.